Capita a tutti di sentirsi depressi. Tristezza, “esser giù di corda”, senso di vuoto e di inutilità fanno parte dell'esperienza umana, ne sono anzi un sale, una ricchezza: per questi sentimenti passano riflessione, adattamento a situazioni spiacevoli, approfondimento e crescita interiore. Che cos’è la Depressione Ma c'è un “sentirsi giù” che non produce nulla di tutto questo, un grigiore o un dolore sterile che si instaura senza motivo oppure a seguito di una causa precisa ma poi s'inasprisce e/o persiste oltre ogni ragionevolezza. E' un umore rigido, non più flessibile, in sintonia con gli eventi della vita: è come se si fosse bloccati su un unica, avvolgente tonalità grigia. O nera. E non si riesce più a far fronte ai propri compiti - e a problemi anche semplici - come prima. Può allora trattarsi di depressione in senso clinico. In forma unipolare se si presenta come descritta sopra oppure in forma bipolare (detta anche psicosi maniaco-depressiva) se intervallata da periodi di euforia, slancio, grande quanto immotivata gioiosità (fasi di mania). Per indicare l’insieme di queste affezioni oggi si parla di Disturbi dell’Umore. Le cifre La depressione è una malattia molto comune: in questo momento in Italia ne soffrono 3 milioni di persone. Una donna su 4 e un uomo su 10 circa ne viene colpito nel corso della vita almeno una volta. Nonostante una così alta incidenza, la depressione è una delle malattie più misconosciute e sottovalutate. Questo impedisce che si sappia anche che è una delle più curabili: dall'80 al 90% di quanti ne soffrono si rimettono completamente o migliorano nettamente con le terapie adeguate. La cura contro i disturbi dell'umore rappresenta infatti uno dei grandi successi della medicina contemporanea paragonabile al successo contro le malattie infettive (antibiotici). Come ogni altra malattia, per esempio le cardiopatie, anche i disturbi dell'umore si presentano sotto diverse forme. Vediamo in breve i tre tipi fondamentali e più ricorrenti. Maggiori informazioni potrete chiederle al medico.
I sintomi Non tutti quelli che sono depressi o in fase maniacale hanno tutti i sintomi sottoelencati. Così pure la gravità dei sintomi varia da un individuo all'altro. Depressione:
Mania:
Le varie forme di Depressione
Le cause della Depressione Le cause dirette dei disturbi dell'umore non sono del tutto chiare, ma la tendenza della depressione a ripresentarsi nell’ambito della stessa famiglia ha evidenziato l'esistenza di una componente genetica. Studi condotti sui gemelli e su figli adottivi con uno dei genitori biologici sofferente di depressione e allevati, però, in una famiglia immune da disturbi dell'umore, hanno fornito ai ricercatori gli elementi per distinguere l'impatto dell'ereditarietà rispetto a quello degli eventi esterni nell'insorgere della depressione. Esperienze dolorose quali la perdita di una persona cara, una separazione coniugale, stress, difficoltà psicologiche e di lavoro possono, infatti, agire come causa scatenante per l'instaurarsi di una depressione in una persona che sia predisposta. (Ma ci sono anche soggetti la cui vulnerabilità costituzionale resta latente tutta la vita, non sfociando mai in una depressione). Molto spesso, invece, non c’è una causa scatenante: i sintomi della depressione compaiono spontaneamente, senza che sia accaduto niente di particolare, a volte mentre tutto nella vita di quella persona procede davvero bene. In diversi casi l'insorgere della “malinconia” e improvviso: come “girare un interruttore”. Le terapie E' importante sapere che oggi disponiamo di un ampio ventaglio di strumenti terapeutici e di varie possibilità di combinarli tra loro, tanto che la cura della depressione è classificata tra i grandi successi della medicina contemporanea. In oltre l'80% dei casi (e con l'elettrochoc oltre il 90%) si ottiene una completa ripresa. Nel restante 10-20% si raggiunge una significativa riduzione della durata e dell'intensità degli episodi depressivi o maniacali. L'effetto degli psicofarmaci è piuttosto veloce: il miglioramento si avverte nel giro di 2-4 settimane, ma già dai primi giorni possono apparire alleviate l'ansia e l'insonnia. Antidepressivi: innanzitutto non vanno confusi con gli ansiolitici o tranquillanti o sedativi, la cui azione, immediata e temporanea, è puramente “analgesica”: così come si prende una pastiglia contro il mal di testa, così si usano i tranquillanti per alleviare quel dolore mentale che è l'ansia o l'angoscia. Gli antidepressivi sono una vera e propria cura che agisce sull'origine della depressione (una disregolazione a livello dei neurotrasmettitori cerebrali) e, a differenza dei tranquillanti, non danno dipendenza né assuefazione. Né hanno un effetto immediato. In alcuni casi i tranquillanti possono venire prescritti insieme con gli antidepressivi, ma da soli non servono a curare i disturbi dell'umore. Gli antidepressivi appartengono a diverse categorie:
In alcune persone gli antidepressivi possono causare leggeri e normalmente passeggeri effetti collaterali. Si tratta di disturbi noiosi, ma non seri. Comunque, se si manifestassero effetti secondari insoliti, è necessario parlarne col medico. In ogni caso va ricordato: nessun effetto collaterale è irreversibile. Ecco i più comuni effetti collaterali associati ai triciclici e il modo di reagirvi:
I possibili effetti collaterali associati agli antidepressivi più recenti sono di tipo diverso:
Psicoterapie: le terapie “della parola” possono contribuire alla cura della depressione. Dalla ricerca è emerso che in particolare due terapie a breve termine (10-20 settimane) possono essere di aiuto: la terapia Interpersonale e la terapia Cognitiva/Comportamentale. L'indirizzo Interpersonale concentra l'attenzione sui rapporti personali disturbati del paziente che possono scatenare o esacerbare la depressione. La psicoterapia Cognitiva/Comportamentale aiuta il paziente a modificare il modo negativo di pensare e di agire che spesso si associa alla depressione e che può costituirne una “eredità” residua, anche quando se ne è usciti. Il terapeuta in ambedue i casi aiuta, dunque, a porsi in modo positivo di fronte ad alcune realtà e ad ottenere maggiori soddisfazioni dalle proprie azioni e dai propri rapporti. Un altro importante aiuto che lo psicoterapeuta consapevole può dare è di spingere alla costanza nella cura farmacologica il paziente. Chi soffre di depressione o mania facilmente tende a smettere o a seguire disordinatamente la terapia. Deve essere molto chiaro, però, che poiché la depressione e il disturbo bipolare implicano mutamenti biochimici e fisiologici, la psicoterapia da sola non è mai un trattamento sufficiente. Può affiancare la terapia biologica, mai sostituirla.Elettroshock: in alcuni casi può essere indicata la terapia elettroconvulsivante che, oggi, non ha più nulla in comune con la sua pessima fama. Si pratica infatti in maniera del tutto indolore, in anestesia totale e ambulatorialmente. Dopo una o due ore oppure, se ne sente il bisogno, dopo un breve sonno, il paziente torna a casa. E’ importante ricordare:
Cosa fare per aiutarsi La depressione fa sentire esausti, inetti e disperati. Pensieri e sentimenti tanto negativi inducono molti a non vedere vie d’uscita e a voler lasciarsi andare. E’ importante rendersi conto che questo modo di vedere in nero è parte della depressione e non riflette per niente la situazione reale. Sono gli “occhiali scuri della depressione”. I pensieri neri si attenuano, e man mano svaniscono, quando la cura comincia a fare effetto. In attesa che ciò si verifichi, aiutatevi con questi comportamenti:
L’aiuto degli altri Parenti e amici di una persona depressa chiedono spesso: come devo comportarmi per essere d'aiuto? Ecco alcune indicazioni. Ascoltare, con molta pazienza, e dare affetto, calore, compagnia. Soprattutto rassicurare, senza mai stancarsi, la persona depressa ripetendole che uscirà da quel suo stato doloroso e riprenderà a star bene e ad aver voglia di vivere. Ricordare statistiche o casi di altre persone che, pur convinte anch'esse di essere inguaribili, sono venute fuori dalla depressione. Mai spingere a “sforzarsi”, a “reagire”, a “farcela da soli”. Ripetere invece che ogni cosa apparirà diversa, ben più facile da accettare e da affrontare, una volta sconfitta la depressione. Tutto questo non deve distogliere dall'unico reale aiuto che si può e si deve offrire alla persona malata di depressione: convincerla ad andare dal medico, e questo medico è lo psichiatra. Perché - ripetiamolo ancora - la depressione è una malattia e solo il medico (meglio lo specialista) può affrontarla. Spesso non sarà affatto facile persuadere l'amico o il parente a un simile passo: chi è depresso molte volte ritiene il suo caso inguaribile o diffida delle medicine. Potrà servire offrirsi di prendere l'appuntamento per lui col medico e di accompagnarlo, poi. Successivamente parenti e/o amici faranno bene a controllare che il loro caro segua la terapia come prescritto, e contatti il medico per i controlli. Chi è depresso è pieno di dubbi, di improvvisi scoraggiamenti e, a volte, si lascia spaventare dagli effetti collaterali dei farmaci. Se invece sono parenti e amici a nutrire perplessità sulla terapia, ne discutano col medico anziché esprimere i loro dubbi alla persona depressa.